Il Neolitico camuno
La stagione degli agricoltori
Una favorevole evoluzione climatica generale verificatasi nel VI millennio a.C. contribuì all'espansione verso occidente e verso l'interno del continente europeo delle rivoluzionarie innovazioni neolitiche, già attestate lungo il Danubio e le coste mediterranee. Le nuove condizioni ambientali consentirono l'estensione in altitudine dei limiti di praticabilità agricola e la sua infiltrazione anche nell'arco alpino, grazie a gruppi umani portatori delle tecnologie neolitiche. Inesorabilmente, i cacciatori della prima stagione camuna finirono integrati ai nuovi agricoltori, grazie ai quali si compì il popolamento stabile dell'arco alpino.
Non fu certo cancellata la caccia, che però rimase relegata ad una funzione integrativa dell'economia comunitaria, affidata ora ad una più dinamica e rassicurante visione del ruolo umano nella natura: dalle inevitabili precarietà legate alla caccia e alla raccolta, l'uomo era passato progressivamente alla produzione attiva del proprio cibo, coltivando la terra e allevando animali.
Principali corollari tecnologici del nuovo orientamento furono la produzione ceramica, con le conseguenti modalità di cottura e conservazione dei cibi, e la definitiva sedentarizzazione dei gruppi umani, che vide la conseguente costruzione di capanne stabili e aggregate in piccoli villaggi.
Tanta rivoluzione nel costume di vita non poteva non tradursi sul piano espressivo.
Così, dopo una lunga stasi artistica conseguita alla già scarsa produzione epipaleolitica, rinacque la voglia di incidere con temi altrettanto rivoluzionari, non più centrati sulla caccia e sugli animali, bensì sull'uomo e su un insieme di figure geometriche (rettangoli, cerchi, puntini) che ne sembrano completare il significato in qualità di attributi simbolici.